A S. ANTONIO
Quannu nascisti a ò Portogallo iri billillo e cu li 'scacche e curalle ti mettierono o nome e Fernando che ognuno sapeva, pure cantando. Ma tu, nunn' iri nato pi esse nurmale iri sapiente e combattevi il male camminasti tanto e avevi poco desco quannu incuntrasti a frate Francesco. Parlavi forbito e incantavi le genti arricchivi i cuori, cu tutte le menti. Poi a Padova ti hanno fatto Santo ma in tutto il mondo sei unico vanto. Ma è a Montecalvo che sei glorioso amato da S. Pompilio, come te diletto sposo. Prega per noi, o verbo del mondo! Parla per noi che ne abbiamo bisogno! Perché sei di Dio il più bel conio o amatissimo San Antonio.
Antonio Stiscia Montecalvo Irpino - 13 giugno 2002
LA MAMMA DELL’ EMIGRANTE
Sono tante le mamme italiane Che hanno i figli, a loro lontani La miseria di un tempo era tanta e tanta Ma Lei di lavorare, non era mai stanca Le bocche a tavola da sfamare Erano troppe da accontentare.
A Lei spettava un triste primato Scegliere tra i figli il più preparato Ad andare assai assai lontano Per assicurare, a tutti, un pezzo pane.
La mamma dell'emigrante sapeva soffrire Fingendo di ridere, al figlio partire Poi sfogava la rabbia di dentro Con un pianto greve,che sembrava canto.
Quando era il giorno del suo compleanno Il posto del figlio era vuoto allo scanno Perché dal momento che se ne era andato Quel posto non era stato più occupato, perché è a tavola che voleva sentirsi come la rondine che i figli accudisce.
Le cose del figlio guai a chi le tocca Ogni sua cosa resta intatta Perché quel figlio non se n’è andato E stato costretto a far 1 'emigrato.
Aspettava Natale per devozione Aspettava la festa con la stessa emozione Con la stessa ansia della Madonna Che aspettava il figlio che forse,ritorna
Antonio Stiscia Montecalvo Irpino - Settembre 2004
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