Mercoledì 18 novembre 2015
Giornalista: Mario Aucelli
Foto: Franco D'Addona

Nella chiesa di San Bartolomeo, affollata in ogni ordine di posti, è stato presentato l'interessante e documentato libro di Giovanni Bosco Maria Cavalletti: Felice da Corsano - Un raggio agostiniano tra i santi riformatori del XVI secolo. Tra i convenuti: Mons. Pompilio Cristino, vicario generale dell’Arcidiocesi di Benevento, il molto rev.do Padre Sabino Iannuzzi ministro provinciale dei frati minori del Sannio e dell’Irpinia nonché responsabile dei Provinciali ofm d’Europa, Padre Luigi Monaco priore del Convento degli Agostiniani di Benevento, Il molto rev.do Padre Franco Pepe vicario episcopale della vita religiose, Padre Lorenzo Mastrocinque rettore del santuario Regina della Pace in Montecalvo Irpino, don Luigi Verzaro parroco di Pesco Sannita, Dott. Mirko Iorillo sindaco di Montecalvo Irpino ed altre personalità civili e religiose. Hanno introdotto i lavori il parroco abate don Teodoro Rapuano e l'autore Cavalletti. La presentazione dell’informato e illustrato testo, la cui pubblicazione ha lo scopo di ottenere la canonizzazione di un altro figlio della Terra di Montecalvo (già patria di San Pompilio Maria Pirrotti), l'ha fatta, da par suo, il biblista Padre Massimiliano Palinuro, missionario Turchia e Rettore della Cattedrale di Smirne, che ha analizzato, molto applaudito, in ogni parte le 432 pagine del volume. Montecalvo, patria di Santi e di Beati, grazie alla tenacia di don Teodoro vuole raggiungere un traguardo ardito (e molto dispendioso): riprendere ciò che nel Millesettecento non fu possibile ai promotori della petizione redatta per ottenere il culto ab immemorabili  di Felice Pomes, come scrive nella presentazione del volume don Teodoro. Quando fu istruita la pratica, ai promotori non fu possibile dimostrare il culto centenario ante 1634, data limite imposta da papa Urbano VIII per il riconoscimento istantaneo della canonizzazione di coloro la cui beatitudine era acclarata da tempo. Non si conosceva il dies natalis (la data della morte) del Beato Felice da Corsano (frazione di Montecalvo Irpino). Non si aveva memoria nemmeno del luogo della sepoltura. Il processo canonico avviato nel 1775 dalla diocesi di Bovino, e che conteneva quei dati, si pensava che fosse andato irrimediabilmente perduto in due disastrosi incendi dell'archivio vescovile della diocesi dauna. Qui interviene, all'attualità, la ricerca certosina del Cavalletti coadiuvato dal parroco don Teodoro.
Sfogliando datati manoscritti della Biblioteca di Montevergine i due appassionati ricercatori hanno tolto il velo di incertezza sulla morte del nostro Beato (tutti, da sempre cosi chiamano Felice Polles o Pomes da Corsano). Anche il ritrovamento da parte del Padre Sciberras, Postulatore Generale dell'Ordine di Sant'Agostino, negli archivi dell'Ordine, dell'istruttoria preparata nel '700, ha tolto il velo all'incertezza. Il nostro morì, forse ad Atripalda, il 20 settembre 1526 e le ossa riposano, questa è un'altra importante scoperta ai fini della riapertura della pratica di canonizzazione, nella chiesa dei Liguorini di Avellino, che non hanno, inspiegabilmente, permesso ai due studiosi montecalvesi, di entrare nel tempio e visitarne la tomba. La presenza della Sacra Urna nella chiesa avellinese, come ricorda l’autore, non e stata mai rilevata, ne dagli studiosi, ne dai fedeli delicetani che ancora, per tutto questo tempo, erano intenti a ricercarla fra le mura del convento di Deliceto (FG). Chi era Felice da Corsano? Un Agostiniano, riformatore delle regole del suo Ordine, portate avanti in particolare a Deliceto, Casa Madre della sua Riforma, dove viveva in una grotta e, si racconta, si nutriva di una pagnotta di pane che un corvo ogni giorno gli portava nel suo misero ricovero. In proposito Sant'Alfonso Maria de' Liguori, appassionato devoto dell'Agostiniano montecalvese, cosi tramanda: Il Beato Felice per attendere maggiormente alla vita contemplativa fecesi cavare una grotta, e in quella si ritirava a vivere per mesi intieri e che per un buco della detta grotta fosse venuto l'Angelo del Signore e anche un corvo che giornalmente gli avesse portato una pagnotta di pane. Scrive nella prefazione del libro Padre Josef Sciberras OSA: La grandezza di Felice da Corsano ... è stata propriamente quella di voler ritornare alla sorgente primaria dell'esistenza cristiana, ossia il Vangelo, letto alla luce del magistero del grande vescovo di Ippona. Ricorda nella presentazione don Teodoro Rapuano: Da oltre un trentennio Giovanni Bosco Maria Cavalletti conduce una ricerca sulla vita e le opere del beato Felice Polles (o Pomes) da Corsano, ricerca condivisa, agli inizi, con il compianto Giuseppe Lo Casale e successivamente condotta con una brillante capacità di districarsi in preziosi e inediti documenti". La speranza è che si possa giungere, a Dio piacendo, alla canonizzazione del Beato Felice da Corsano, per la cui conoscenza tanto si sono spesi illustri delicetani, sia di felice memoria, come padre Francesco Pennetta e Amedeo Iossa, sia ancora fiorenti. Proprio in questi giorni le autorità ecclesiastiche competenti stanno muovendo i primi passi per l’istruzione di un regolare processo di canonizzazione del fondatore della Consolazione di Deliceto. Evento che oltre a fare dono del Beato Felice alla Chiesa Universale, riempirà di orgoglio e soddisfazione i fedeli dei luoghi ove massimamente si concentrò la sua opera riformatrice: Deliceto, Ariano Irpino, Ascoli Satriano, Panni, Troia, Corsano, Gildone, Montecalvo Irpino, Atripalda, Montefalcione, Castelluccio Valmaggiore, Baselice, San Bartolomeo in Galdo, Campobasso, Sant’Agata di Puglia, Orsara… .

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