L’eroico carabiniere Salvo D’Acquisto, primo di cinque fratelli, nasce a Napoli il 17 ottobre 1920. Frequentò le scuole presso i Salesiani. Ebbe come professore di lingua francese e musica un montecalvese, don Pietro Cavalletti *. Salvo D’Acquisto, al compimento del diciottesimo anno d’età, il 15 agosto del 1939, si arruolò nell’Arma dei carabinieri. Frequentò il corso per effettivi  presso la Scuola Allievi di Roma. Durante le ore di libera uscita frequentava due luoghi: “Il Museo Storico dell’Arma” ed il Vaticano. Divenne carabiniere il 28 ottobre 1940.

La Torre di Palidoro. Dopo l’8 settembre 1943 un reparto di SS si installò in una caserma abbandonata sita nella Torre di Polidoro, nelle vicinanze di Torrimpietra.

La sera del 22 settembre alcuni soldati tedeschi, rovistando in una cassa, provocarono lo scoppio di una bomba a mano. Uno dei militari rimase ucciso e altri due feriti. L’episodio, del tutto fortuito, i tedeschi lo attribuirono ad un attentato dei partigiani.

Era un pretesto per fare una rappresaglia.

La mattina dopo le SS si recarono alla stazione dei Carabinieri. Il comandante era assente. Lo sostituiva il vice brigadiere Salvo D’Acquisto. L’ufficiale germanico ordinò al rappresentante dell’Arma di ritrovare gli autori del presunto attentato. Invano il sottufficiale cercò di far ragionare  il tedesco convincendolo che si era trattato di un tragico incidente. L’ufficiale, irremovibile, decise per una esemplare rappresaglia.

Riunì sotto la Torre di Palidoro 22 inermi e innocenti cittadini, che furono costretti a scavarsi una fossa comune.

Visto vano ogni tentativo di far desistere il tedesco dalla rappresaglia, Salvo D’Acquisto si autoaccusò dell’ “attentato” e chiese che gli ostaggi fossero liberati.

Subito dopo l’eroico vice brigadiere cadde riverso nella fossa con il petto squarciato da una scarica del plotone d’esecuzione nazista. Aveva solo ventitre anni.

Il 25 febbraio 1945, alla memoria, il Luogotenente Generale del Regno, conferì all’eroico carabiniere la Medaglia d’Oro al Valor Militare con questa motivazione:

 

Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste, insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pur essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile d’un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava, così, da solo, impavido, la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma”. Il 4 novembre 1983, nella sede dell’Ordinariato Militare, fu insediato il Tribunale ecclesiastico chiamato a decidere della causa di beatificazione * del vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto.

Il 23 settembre 1943 i tedeschi avevano rastrellato ventidue innocenti perché due dei loro soldati erano morti in un attentato nella Torre di Palidoro (Fiumicino) probabilmente invece per un caso fortuito poiché la Torre prima del loro arrivo era occupata da militari italiani della Guardia di Finanza che lasciarono cassette di munizioni e di bombe a mano. Presero dieci italiani per ogni tedesco era la regola, ma quella volta ne prelevarono due in più. A tutti loro fecero scavare, anche a mani nude, la fossa comune dove li avrebbero gettati dopo l’esecuzione. La disperazione aveva colto tutti i prigionieri, perché la morte sembrava ormai inevitabile. Ma d’un tratto, incredibilmente, vennero tutti rilasciati. Tutti tranne uno: il vicebrigadiere Salvo D’Acquisto. Salvo aveva parlato con l’ufficiale tedesco in comando e si era preso la colpa dell’attentato, anche se non c’entrava niente.Sapeva che se i tedeschi avessero trovato il colpevole, non avrebbero potuto uccidere degli innocenti. E così fece: si prese lui la colpa.I prigionieri rilasciati corsero subito via da quell’orrore. Ma uno di loro, il più giovane, Armando, indugiò per vedere cosa accadeva.Vide il plotone schierarsi di fronte a Salvo, in divisa. Sentì le sue ultime parole: “Viva l’Italia”. Poi la scarica di mitra. Moriva oggi 23 settembre Salvo D’Acquisto, crivellato dai colpi nazisti per salvare ventidue innocenti. Oggi moriva un grande uomo, un eroe vero, un eroe italiano, la cui memoria non andrà mai dimenticata.

 (FONTE: adnkronos).

 

* Don Pietro Cavalletti, salesiano, montecalvese, professore di Salvo D’Acquisto.

Don Pietro Cavalletti, figlio di Giuseppe e di Rosina Spinelli, nacque a Montecalvo Irpino il 29 giugno 1908. Morto il 14 febbraio 1995. Riposa nel cimitero di Montecalvo.

Il 10 giugno 1933 fu ordinato Sacerdote Salesiano nella Chiesa del Sacro Cuore al Vomero in Napoli dall’Arcivescovo mons. Felice Guerra.

E’ stato docente di lingua francese negli Istituti Salesiani dell’Italia Meridionale.

Per circa un cinquantennio alla sua attività di professore di lingua straniera ha affiancato quella di docente di musica.

Tra i suoi primi allievi vi fu Salvo D’Acquisto.

Don Pietro Cavalletti fece, su richiesta dell’incaricato della Santa Sede, regolare deposizione, allegata agli atti del processo di Beatificazione di Salvo D’Acquisto.

Don Pietro fu anche Maestro di Cappella, per circa un ventennio, nella Chiesa parrocchiale del Sacro Cuore in Napoli.  

 

(Ricerca: “Fonti per la Storia di Montecalvo Irpino” di Lo Casale e Cavalletti).

 

 

 

 

 

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