BASILICA di SANTA MARIA ASSUNTA in CIELO  già COLLEGIATA (CHIESA MADRE)

Alla sommità del paese, attigua alla residenza dei duchi, si erge la chiesa più antica di Montecalvo: S. Maria Assunta in Cielo.
Presumibilmente sorta sui ruderi di un antico tempio, dal 1300 ha sfidato tutte le catastrofi abbattutesi sul paese, per giungere a noi nella sua bellezza originaria, anche se sembra destinata ad un non felice rapporto con gli uomini e con il tempo. 
L’attuale struttura dovrebbe risalire al 1428 (in origine aveva il tetto a cupole corrispondenti alle varie cappelle laterali).
Dopo il 1930 una descrizione, documentata, dei vari rimaneggiamenti, fu fatta stampare dal dott. Carlo Caccese.
Il terremoto del 1962 non la risparmiò. I danni subiti furono aggravati, inoltre, dal sisma del 1980.
E’ rimasta abbandonata alla mercè di tutti per quarant’anni. 
E’ stata restaurata (con sottoscrizione popolare) e riaperta al culto, in pompa magna, e riconsacrata dall’arcivescovo Serafino Sprovieri, il 23 marzo 2002. 

L’11 aprile dello stesso anno, a pochi giorni dalla riapertura al culto, nottetempo, ignoti saccheggiatori, dopo aver scassinato il portone d’ingresso, smontarono e portarono via i marmi policromi dell’altare della cappella Carafa.  Don Teodoro Rapuano è stato nominato, con decreto arcivescovile, abate di detta Chiesa Madre. Edificata intorno alla prima metà del XIV secolo, rappresenta un vero gioiello di stile dell’epoca. L’ingresso della Chiesa è posto a circa due metri dal piano stradale, vi si accede attraverso una breve rampa di scala con una bella balaustra , su cui si evidenziano gli stemmi delle famiglie Gagliardi e Pignatelli.   
La facciata si  presenta con un portale ad arco cui si sovrappone una luna gotica, due finestre ai lati ed un rosone centrale. L’interno è a tre navate diviso da pilastri costituiti da blocchi d’arenaria.  Nella navata destra è collocata la Cappella dei Carafa, a pianta ottagonale, con arco in arenaria sostenuto da due magnifiche colonne. Fu fatta costruire da Giovan Battista Carafa, terzo Conte di Montecalvo, è rappresenta un vero gioiello d’arte cinquecentesca.

Affiancata si trova la Cappella di San Felice Martire, patrono di Montecalvo, il cancello di ferro appartiene al XVII secolo e reca le insegne della famiglia Pignatelli.
In essa è collocata l’urna con i resti mortali di San Felice Martire, patrono di Montecalvo Irpino. 
Da pochi anni è stata ripresa la tradizionale festa del Santo patrono, che si svolge il 31 Agosto. La cappella accanto alla sacrestia è dedicata a S. Maria del Suffragio.

Nella navata sinistra è situato un caratteristico fonte Battesimale del ‘500, formato da un sarcofago posto su colonne fregiate da capitelli corinzi.
Nella nicchia sovrastante, si nota l’altare ligneo dedicato a San Rocco.
La navata centrale termina con un Abside rettangolare, preceduta dall’Altare Maggiore voluta dal duca Pompeo Pignatelli nella seconda metà del XVII secolo.
In occasione del costoso restauro pubblico, con la supervisione della Soprintendenza per i BAPPSAE, fatto molto alla buona nel dopo terremoto del 1980 , fu demolito il campanile del dopo 1930, non più ricostruito.
La chiesa, per i lavori non rispondenti alle norme, fino all’arrivo di don Teodoro, non è stata mai aperta al culto. 
La riapertura è avvenuta grazie all’intervento diretto, come già detto, della popolazione che si è accollata la spesa per la messa a norma.
Non prevedere la riedificazione della torre campanaria sembra sia stata una dimenticanza in fase di redazione del progetto di restauro. 
Per questa svista si è provveduto alla demolizione e non alla ricostruzione del preesistente.
E’ stato commesso un vero scempio panoramico. 
E’ cambiato il volto della parte più alta del Centro storico.

 

 

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