Scritto da Redazione

Transumanza e civilta' pastorale.

Il termine transumanza si riferisce allo spostamento ciclico di consistenze masse di bestiame, soprattutto ovino tra due pascoli detti complementari, i pascoli di montagna, sfruttati nel periodo estivo e quelli di pianura, sfruttati nel periodo invernale. Si distinguono due tipi di transumanza: una a piccolo raggio, circoscritta ad uno spazio limitato, ed effettuato tra i pascoli ad alta quota e quelli situati piu' a valle di uno stesso territorio; ed una a largo raggio svolta tra i pascoli complementari di due o piu' regioni adiacenti. Sin da epoca remota e per lunga serie di secoli, i luoghi dell'appennino centro meridionale, dalla catena abruzzese del Gran Sasso d'Italia a quella del Pollino, tra Lucania e Calabria, e il  vasto Tavoliere delle Puglie, sono stati teatro di un'attivita' umana di grande interesse economico e sociale: la pastorizia transumante o con termine tecnico orizzontale.

Transumanza orizzontale significa il movimento annuale di animali (ovini soprattutto, ma anche di animali da soma e cani) e pastori tra terre spesso lontanissime fra loro. Suo elemento vitale sono pertanto i transiti, i percorsi che le greggi fanno solitamente nelle diverse  stagioni per raggiungere i pascoli o per allontanarsene quando dirette ai luoghi di origine. La pastorizia dell'Appennino centro meridionale che interessava particolarmente l'Abruzzo, il Molise, la Puglia e la Basilicata si fondava sulle vie armentizie dette tratturi.
 Negli anni tra il 1808 e il 1810 vennero reintegrati in Puglia per circa 225 miglia, e tra il 1810 e  il 1812 in Abruzzo per circa 550 miglia. La rete tratturale non e' rimasta sempre la stessa nel tempo. Una carta ufficiale dei tratturi datata 1959 elenca 14 tratturi oltre a 71 tratturelli e 13 bracci. Redatta dal Commissariato per la reintegra dei tratturi di Foggia, in sostituzione di altra del 1911, comprende una rete tratturale che supera i 3100 Km. e si estende per circa Ha 21000 nelle province di L'Aquila, Pescara, Chieti, Canmpobasso, Benevento, Avellino, Foggia, Bari, Brindisi, Lecce, Taranto, Potenza, Matera.



I tratturi della Transumanza


Il trasferimento delle greggi, che iniziava ogni anno il 15 di ottobre, avveniva lungo tratturi che erano vere e proprie arterie erbose con una larghezza standard di 111,60 metri, per permettere alle pecore di mangiare mentre si spostavano. I tratturi erano collegati tra loro con tratturelli di minore larghezza. Lungo i tratturi erano previsti riposi, vaste aree in cui i pastori potevano sostare con le greggi, durante le tappe di trasferimento.
Erano strade lungo le quali si muoveva un esercito di animali, uomini, cani, carri. 
Per loro maggiore sicurezza, e per essere certi che nessuno sfuggisse alla Dogana, queste vie verdi seguivano tre percorsi chiamati Regi Tratturi.
I principali tratturi  iniziavano da l’Aquila, Celano e Pescasseroli.

1° Percorso:
Le pecore che seguivano il primo itinerario (L’Aquila-Foggia), dopo S. Pio delle Camere potevano percorrere una delle due seguenti piste parallele Manoppello-Guardiagrele- Montenegro e Bucchianico-Chieti-Lanciano. 
Quest'ultimo raggiungeva il mare a nord di Punta di Penna per poi allontanarsene e aggirare Vasto e Termoli. I due percorsi si ricongiungevano presso Serracapriola e, passando presso San Severo, raggiungevano Foggia.

2° Percorso
Le greggi che utilizzavano il secondo tratturo (Celano-Foggia), seguendo un tracciato interno, aggiravano Pratola Peligna e Sulmona, sostavano ai riposi di Casale e Taverna del Piano, presso Rivisondoli, passavano vicino Roccaraso, Lucito e Lucera, e raggiungevano Foggia.

3° Percorso
Gli armenti che seguivano il terzo percorso (Pescasseroli-Candela) e che interessava la nostra zona, partivano dal territorio di Pescasseroli, raggiungevano Castel di Sangro, da dove seguivano uno dei due tracciati seguenti:
 il primo passava per i monti del Matese e comprendeva i tre riposi di Colle della Guardia, di Casanicola e di Santa Margherita - posti tra Isernia e Vinchiaturo - e quello di Casalbore, Malvizza, in territorio di Montecalvo Irpino ,Ariano Irpino. Toccava Rocchetta Sant’Antonio e raggiungeva la locazione di Canosa;
il secondo aveva un percorso sannitico - Pescolanciano-Castropignano-Campobasso - prima di entrare nel territorio di Lucera, che aggirava a sud-ovest, e raggiungere Foggia.

La Madonna dell'Incoronata è, insieme a San Michele Arcangelo, la protettrice dei pastori e delle greggi. Alle porte della città di Foggia, presso l'omonimo bosco che costeggia il torrente Cervaro, sorge il celebre santuario a lei dedicato. Furono dei pastori a ritrovare l'immagine, forse un'icona bizantina, di una Madonna dal volto nero. Il feudatario del luogo, per custodirla,  eresse una piccola chiesa.

 

I visitatori dal 30/11/2002 fino ad oggi sono: