- Scritto da Angelo Siciliano
È passato un anno dalla morte di Felice Cristino, avvenuta a Montecalvo Irpino il 1° febbraio 2010. Il suo ricordo è immutato nei familiari e ancora vivo in chi lo conobbe e ne apprezzava le capacità affabulatorie e canore. Grande raccontatore di antichi “cunti” e cantatore di canti arcaici contadini, durante i lavori nei campi, affascinava pìccul’e gruóssi. Era nato nel 1921 e nel 1945, finita la guerra, tornò dai genitori dalla Grecia, dov’era stato prigioniero dei tedeschi. Fu bracciante, come le moltitudini di lavoratori agricoli, quando l’aratro adoperato nei campi era ancora tirato dai buoi. Sposatosi con Annunziata Blundo, ebbe tre figli e visse da contadino e pastore, affittuario di un appezzamento di terra con casolare, in contrada Frascino, che con gli anni sarebbe riuscito a comprare. Visse con orgoglio del proprio lavoro onesto e dignitoso.
Leggi tutto: Montecalvo Irpino : in ricordo di Cristino cantore della cultura contadina
- Scritto da Paolo Saggese
Angelo Siciliano è nato a Montecalvo nel 1946, appartiene a quelli che abbiamo definito i poeti della diaspora. Vive a Trento, «ma - dichiara - idealmente non mi sono mai distaccato dalla mia terra». La sua esperienza intellettuale ha inizio con “Versi biologici” (1977), cui seguono le poesie di “Tra l’albero di Giuda e quello del Perdono” (1987).Sono due raccolte di componimenti in italiano, che dimostrano un’eleganza e un’ispirazione non comuni, che richiamano alla memoria la migliore produzione dei poeti del Sud, da Scotellaro ad Alfonso Gatto, per arrivare agli autori della nostra Irpinia. Resto ammirato di fronte alla produzione poetica, artistica e antropologica di Angelo (all’anagrafe Angelomaria) Siciliano , nato a Montecalvo nel 1946, e che, da una vita ormai, ha abbandonato con il “corpo” l’Irpinia. Nel 1965, infatti, aveva preso la strada per Napoli, in attesa di laurearsi alla “Federico II” in economia, poi il servizio militare, e dal 1973 si è trasferito a Trento, dove ha insegnato negli Istituti superiori e tutt’ora vive con la sua famiglia.
- Scritto da Redazione
E' tutto pronto, e da oggi fino a domenica 21 novembre sarà in scena la grande manifestazione che coinvolgerà l’intera comunità di Montecalvo e i comuni vicini come vuole l’antica tradizione. Foto fonte Irpino.it Testo da Irpinia in festa. Il tutto è organizzato dall’assessorato allo sviluppo e promozione e l’assessorato all’agricoltura e, ancora una volta, a farla da padrone, sarà la specialità indiscussa e apprezzata tipica locale, il “pane di Montecalvo” che sarà esposto nel cosiddetto “tempio del pane” dove tutti i fornai del paese, e anche quelli provenienti dalle restanti parti della regione e da altre regioni d’Italia, proporranno le loro specialità. Tante le iniziative che verranno proposte anche quest’anno a partire dall’artigianato, prodotti tipici e agricoltura.
- Scritto da Redazione
Seconda edizione della sagra dei Cicatielli, classica pasta della tradizione contadina Irpina. Cascina Don Gerardo di Vinovo in Via S. Bartolomeo.La pasta preparata in casa era uno dei piatti tipici delle casalinghe che, non potendo comperare la pasta dai pastai e/o dai rivenditori, ripiegavano sulla farina di cui ne disponevano in discreta abbondanza. Pasta povera priva di uova (col tempo qualcuno ha iniziato a farne uso) da condire nei modi più svariati, ma che trovava la massima esaltazione con un sugo a base di maiale e di salsicce fresche.Nelle campagne dove se ne faceva maggiore uso veniva consumata insieme alle verdure di facile approvvigionamento e quella condita con carne, generalmente, risultava il pranzo dei padroni.
- Scritto da Redazione
A Rosina
Scriver dei versi, ad un vero somaro
È stato il mio cruccio,più unico che raro.
E quando ho saputo che era asinella.
Dott.Antonio Stiscia
- Scritto da Dott.Antonio Stiscia
Trekking Pompiliano:
Alla scoperta della Spiritualità della natura
Da tempo immemorabile gli uomini hanno percorso e ripercorso,a piedi, gli antichi sentieri e le stradine che conducevano ai luoghi sacri.
Vi erano dei luoghi sacri che per la loro importanza sorgevano in luoghi facilmente accessibili
e ariosi, mentre vi erano dei luoghi segreti, intimi, dove la fede era incastonata nella natura, in un unicum straordinario e imperituro.
Basti pensare agli eremi,alle abbazie e alla pievi di montagna, dove nella pace più assoluta si poteva incontrare Dio e parlare con Lui.
- Scritto da Redazione
A tenere banco nelle infuocate giornate di Agosto nella nostra piccola comunità è la polemica per una targa apposta in un angolo del comune che indica la datazione della Sekoma nel XVI secolo. Fino ad oggi tale datazione era fissata intorno al III-II secolo A.C. La "Sekoma" si trova in Piazza Municipio, proprio a lato dell'ingresso principale dell'edificio che ospita gli uffici del Comune.
Si tratta di un blocco di pietra del peso di qualche tonnellata, reperto quasi unico nell'Italia continentale di epoca ellenistica, a forma di parallepipedo, con degli incavi nella parte superiore a forma semisferica e con dei fori praticati all'interno.