Una vita da terremota
- Scritto da Redazione
- Categoria: Cultura
Montecalvo Irpino (AV), in una baracca nel 1962, in un container dopo il 1980, ora in una casetta asismica costruita per gli sfollati del terremoto del 1930.
La storia di Rosaria.
Ci sono persone a cui una vita rischia di non bastare per vedersi riconosciuto un diritto.
La signora Rosaria, che oggi ha più di ottantacinque anni, nel 1962 ebbe la casa distrutta dal terremoto. Abitava al Trappeto.
Un posto caldo, riparato dal vento con la casa metà in muratura e metà scavata nel tufo, fresca d'estate e tiepida d'inverno.
Per darle un tetto, visto che il suo quartiere era stato dichiarato zona d'abbandono, le fu assegnata una baracca in legno costruita dai soccorritori. Allora l'epicentro del sisma fu proprio nell'arianese, ai confini tra Montecalvo, Melito ed Ariano. A Montecalvo ci furono anche dei morti.
Per diversi anni la signora Iebba ha vissuto nella baracca, in attesa che le fosse riconosciuto il contributo per ricostruire la casa. Un bel giorno, quando gli amministratori decisero di togliere le baracche di legno per farle diventare depositi, a Rosaria fu assegnato un container arrivato subito dopo il terremoto del 1980. Una struttura moderna e funzionale, costruita dalla Soprefin di Genova, società del gruppo Finsider.
Lezione apprese
- Scritto da Mario Corcetto
- Categoria: Cultura
LEZIONI APPRESE
Nel suo libro “Partenopeo in esilio”, Riccardo Pazzaglia narra un episodio di quando lui era bambino: un giorno si presentò nella sua classe una giovane donna, molto ben vestita, che, per conto della compagnia di assicurazioni per cui lavorava, parlò ai ragazzi dell’utilità di avere una polizza assicurativa sulla vita. Perché i bambini meglio comprendessero l’importanza di quanto proponeva loro, parlò diffusamente delle disgrazie che possono accadere ad un individuo: dall’incidente di macchina, alle malattie, alla tegola che gli cade in testa, al lampo che lo fulmina per strada. La cosa impressionò molto i bambini che, tutti insieme, proruppero in pianto. Per non dire, poi, delle reazioni dei loro familiari: sentito il racconto dei bambini spaventati, tutti si affrettarono a fare gli scongiuri, indirizzando alla signorina i peggiori epiteti di cui erano capaci. Il giorno dopo, tutti i bambini tornarono a scuola con l’abitino della Madonna appeso al collo, allo scopo di allontanare tutte le disgrazie paventate ai loro danni.Questa breve digressione mi serve ad introdurre l’argomento che vorrei trattare, togliendo ai buontemponi l’originalità delle battute di spirito e sperando di non indurre
nessuno a correre con la mano a quella parti del corpo ritenute punti cruciali per le pratiche antijettatorie.
Se si apre il libro di Gian Bosco Cavalletti “Dalle pietre alla storia”, si nota che la storia di Montecalvo è possibile narrarla passando di terremoto in terremoto.
Tanti dei montecalvesi di oggi ne ricordano almeno due, se non tre: quello del 1962, quello del 1980 e, i più anziani, anche quello del 1930.
Quindi si può ben dire che la nostra terra è a forte rischio sismico. Io personalmente non ricordo quello del 1962 (avevo solo 10 mesi), mentre ho ben presente quello del 1980.
Dalle pietre alla storia
- Scritto da Prof. Alfredo Siniscalchi
- Categoria: Cultura
Molto si è scritto su Montecalvo e ritenevo del tutto inutile riproporre ancora un libro.
Mi sono dovuto ricredere in quanto “Montecalvo – dalle pietre alla storia” non è il ripetere di cose già raccontate, ma è una ricerca insolita, ricca di curiosità, il tutto confortato da una documentazione ineccepibile.
L’impegno dimostrato dall’Autore è notevole, sia per la raccolta dei dati che per la loro interpretazione in un’ottica indubbiamente insolita.
Il libro è un’esposizione semplicissima dell’evoluzione storica di Montecalvo Irpino che, partendo dalle vestigia ancora esistenti, giunge alle cause che nel passato hanno dato vita al paese che noi oggi conosciamo.
La ricerca dell’Autore è stata difficile in quanto gli innumerevoli terremoti che si sono abbattuti sul nostro paese hanno cancellato le testimonianze che ci avevano lasciate le popolazioni succedutesi nei secoli.
Esistono ancora dei ruderi e l’Autore li richiama: le rovine del Castello e degli Ospedali dell’Annunziata e di Santa Caterina; i palazzi de Cillis e Pirrotti; le chiese di S. Gaetano e di S. Antonio. Ma Giambosco Cavalletti non si ferma ad esaminare le “pietre” del centro, esce dal borgo e nel capitolo VIII analizza i ponti romani di “S. Spirito” e di “Pezza di Cristina”; le “Bolle” della Malvizza; la chiesa di S. Vito; il Castello di Corsano con le chiese di quel feudo.
Apprensione per la piccola Anna
- Scritto da Redazione
- Categoria: Cultura
Ariano Irpino - Apprensione per la piccola Anna
Nelle chiese e nelle case dei quartieri più importanti di Ariano Irpino, ieri si è pregato fino a tarda sera. La città vive momenti di forte apprensione, è in ansia per una bambina di soli 12 anni, Anna, che sta lottando tra la vita e la morte all’ospedale Santobono di Napoli. Le sue condizioni sono molto gravi, attualmente è intubata e soltanto un miracolo potrebbe salvarla. Un primo miracolo lo hanno i fatto i medici dell’ospedale di Ariano chee nella notte tra lunedì e martedì, quando la piccola è arrivata dopo essersi sentita male all’incirca intorno alle quattro del mattina. La bimba, già dalla nascita, soffriva di crisi cerebrali, già in passato è stata male. Lunedì notte, prima un’emorragia cerebrale e poi l’aneurisma. Ad accorgersene sono stati i genitori, molto stimati ad Ariano. Il papà di Anna, infatti, è un imprenditore. E’ una famiglia voluta bene da tutti. I genitori della piccola hanno subito allertato i sanitari del 118 che in un batter d’occhio, sono arrivati a casa della bambina e l’hanno trasportata presso l’ospedale civile del Tricolle. Qui, la bambina è arrivata in condizioni davvero disperate. Per questo motivo, è stato importante e fondamentale l’intervento dei medici.
Occhio del Diavolo
- Scritto da Mario Sorrentino
- Categoria: Cultura
L’OCCHIO DEL DIAVOLO
Caro Gaetano,
ti invio quel resoconto.
L'ho già lanciato sullo spazio di dibattito paesano intitolato "Forum" di Irpino.it - Spero non ti dispiaccia.
E questo testo che ti allego mando anche a Francesco Cardinale e ad Alfonso Caccese chiedendo loro se sanno trovare un diverso medo per valorizzarlo facendoti così onore,
Ciao.
Saluti carissimi e ringraziamenti a te, Rita e a tutti gli asmici escursionisti,
Mario S.
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