- Scritto da Fonte della Notizia Giambosco Cavalletti
I bastioni del castello medievale, costruito sul punto più alto del paese, sorvegliano sconfinati e variegati paesaggi in cui si distinguono, volgendosi in giro, la valle del Miscano con i piccoli centri abitati di Buonalbergo, Casalbore, Ginestra degli Schiavoni e Castelfranco, la valle dell'Ufita trapuntata dai borghi della Baronia, ed ancora il massiccio del Taburno - Camposauro e la vetta del Partenio.
Montecalvo è incastonata sul crinale di un'altura a circa 623 metri di altezza e si raggiunge percorrendo una serie di tornanti che ...si avvitano lungo il colle costeggiando boschi, campi arati e dolci colline.
Il borgo antico ha una conformazione tipicamente medievale, con le case che si stringono attorno al castello feudale, costruito dai Longobardi, secondo alcuni studiosi locali, sul sito di una precedente struttura fortificata romana, di cui però i recenti scavi archeologici non hanno rinvenuto traccia.
- Scritto da don Luigi Capozzi
«La storia della vocazione religiosa di San Pompilio, anche se non unica nella storia della vita Religiosa, ha indubbiamente dell’insolito, dello straordinario, come lo avrà quella, in certo senso, della seconda vocazione della sua vita.
La famiglia Pirrotti, rispettando e venerando la voce dello Spirito che li chiamava al suo servizio, aveva già offerto al Signore tre dei suoi figli: Pompilio, il più grande, aveva abbracciato la via del sacerdozio, entrando nel seminario di Benevento, dove parve maturo per il Cielo nel fiore degli anni; Francesco (Fra Giuseppe) aveva abbracciato la Regola di San Francesco, e Bartolomeo (Fra’ Raffaele) quella di San Domenico ...
Tutte le preghiere del giovane, tutte le sue segrete lacrime erano rivolte al Signore perché un po’ di luce si facesse nella sua anima ...
A questo scopo ... decise di fare un ritiro spirituale di otto giorni.Di questi esercizi ... sono giunte a noi le conclusioni dei temi di meditazione e i propositi che il giovane giorno per giorno veniva annotando in un suo quadernetto» (1).
- Scritto da Redazione
Cristino Giuseppe di Pietro e Capozzi Michelina, nato il 1° maggio 1918 a Montecalvo Irpino (Avellino). Antifascista. Dopo aver conseguito il diploma di istituto magistrale, si iscrive all’Università di Napoli. Domiciliato a Napoli nel rione Mater Dei. Il 18 marzo 1938 si reca a Parigi per una gita con passaporto collettivo, e da qui si allontana deciso a partire per la Spagna. Un italiano conosciuto al ristorante, lo accompagna al centro di arruolamento volontari per la Spagna, presso la Maison des Syndicates in Rue Maturin Moreau. Il 14 aprile 1938 si porta a Nimes (Gard), da dove raggiunge i Pirenei che attraversa a piedi con altri volontari, giungendo a Figueras il 17 aprile 1938. Da lì prosegue per Basalù (Gerona), dove viene addestrato fino al mese di maggio. Nei primi giorni di giugno viene assegnato alla brigata Garibaldi, 3. battaglione, 2. compagnia mitraglieri.
- Scritto da Mario Aucelli
In occasione della Giornata della Memoria (istituita con L. 211 del 20/07/2000) i giovani dell’Associazione Libera Mente di Montecalvo Irpino, con il presidente Antonio Siciliano e il segretario dott. Francesco Pepe, nei locali del cinema Pappano, hanno ricordato l’Olocausto in un incontro con specialisti che hanno trattato, da varie angolazioni, il “Ricordo”.
Il giovane biblista don Leonardo Lepore ha rivisto la Shoah dal lato religioso. Il Prof. Giuseppe D’Angelo, dell’Università di Salerno, ha trattato, storicamente, lo sterminio scientifico avvenuto nei campi polacchi. Ha moderato il dibattito il giornalista Vincenzo Grasso.
Un giovane dell’Associazione, Angelo Michele Luisi, ha letto una scheda tratta da un mio libro in corso di pubblicazione, che fa conoscere e rivivere la figura di un montecalvese uscito vivo, ma distrutto nel fisico, dal campo di Auschwitz.
Si tratta di Giovanni Pedersoli.
- Scritto da Angelo Siciliano
LA TARANTELLA MONTECALVESE - Una danza arcaica che affonda le sue radici nei riti dionisiaci.
Dioniso, riti dionisiaci e loro repressione da parte del Cristianesimo
Dioniso era figlio di Zeus e Semele. Costei a sua volta era figlia di Cadmo, re di Tebe.
Morta Semele, folgorata dallo splendore di Zeus, poiché Dioniso non era ancora nato, il padre degli dei estrasse il feto dal ventre materno e se lo infilò in una coscia.
Una volta nato, Dioniso fu allevato da Ino e dalle ninfe del monte Nisa. Fattosi adulto,costituì un corteo festante di menadi, dette anche baccanti, satiri e sileni, per diffondere tra gli uomini il suo culto e la coltivazione della vite.
Agli uomini avrebbe insegnato in quali proporzioni andava diluito il vino con l’acqua, giacché nell’antichità il vino era molto alcolico e in Grecia era fatto divieto di berne allo stato puro, poiché era considerato una bevanda pericolosa simile ad una droga.
- Scritto da Redazione
I bastioni del castello medievale, costruito sul punto più alto del paese, sorvegliano sconfinati e variegati paesaggi in cui si distinguono, volgendosi in giro, la valle del Miscano con i piccoli centri abitati di Buonalbergo, Casalbore, Ginestra degli Schiavoni e Castelfranco, la valle dell'Ufita trapuntata dai borghi della Baronia, ed ancora il massiccio del Taburno - Camposauro e la vetta del Partenio.
Montecalvo è incastonata sul crinale di un'altura a circa 623 metri di altezza e si raggiunge percorrendo una serie di tornanti che si avvitano lungo il colle costeggiando boschi, campi arati e dolci colline.
Il borgo antico ha una conformazione tipicamente medievale, con le case che si stringono attorno al castello feudale, costruito dai Longobardi, secondo alcuni studiosi locali, sul sito di una precedente struttura fortificata romana, di cui però i recenti scavi archeologici non hanno rinvenuto traccia.
- Scritto da Mario Sorrentino
Le due ricostruzioni storiche dei fatti di Ariano che diffondiamo qui di seguito, ci permettono di avere due prospettive che si completano e correggono l'una l'altra.
Nicola Nisco, patriota e conterraneo, liberale della prima ora, fa una narrazione senz'altro veritiera, riportando probabilmente racconti di prima mano dei protagonisti di parte liberale. Egli però era un alto esponente dei " galantuomini" del Regno che, se ardevano di ideali a riguardo dell'Unità del paese, non potevano o volevano, capire perchè i " cafoni" la pensassero diversamente da loro sulla questione della terra. Francesco II°, e prima di lui suo padre, Ferdinando, aveva promesso che una famosa commissione centrale nominata per portare a compimento l'eversione ( cioè l'abolizione ) dei feudi, avrebbe ripreso i lavori per la concessione delle terre già feudali ai contadini poveri e ai braccianti, ma con la