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Nonostante il ruolo squisitamente civico, il monte frumentario rimaneva, nella percezione sociale e collettiva, un sicuro punto di riferimento nel panorama assistenziale locale. La stessa legislazione del regno, del resto, a partire dalla commissione per gli ospizi voluta nel 1806 da Giuseppe Bonaparte come organismo di riferimento per i cosiddetti «luoghi pii laicali», divenuta, con la restaurazione borbonica, «consiglio generale degli ospizi», annoverava i monti frumentari tra gli stabilimenti di beneficenza i cui controlli erano alla stessa commissione demandati.
Il consiglio generale degli ospizi aveva ereditato le attribuzioni del vescovo in fatto di controllo sulla gestione dei luoghi pii con facoltà di conferma degli amministratori del monte frumentario.
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- Scritto da Giovanni Bosco Maria Cavalletti
Tra le circa cinquanta «macchine idrauliche» (mulini) del citato verbale, si annoverano quelle situate lungo il fiume miscano, menzionate dai Decurioni nella seduta del 18 giugno 1851 quando, in esecuzione di una circolare del quattro Maggio precedente a firma dell’intendente della provincia, sono essi invitati a tassare i Proprietari di fondi o di «macchine idrauliche» ,confinanti con pubblici corsi d’acqua dai quali si Approvvigionano per l’irrigazione dei poderi o Per l’alimentazione energetica dei mulini:
«[…] il decurionato, intesa la detta proposta; letto l’ufficio circolare con le prelodate ministeriali; considera che verun fiume di acqua perenne costeggia i terreni di questo tenimento di Montecalvo, meno che un torrente detto Miscano, il quale viene animato dalle acque piovane, collettizie dei diversi ruscelli che esistono in detti terreni ed in quelli del limitrofo tenimento di Casalbore.
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- Scritto da Giovanni Bosco Maria Cavalletti
«La Sekoma Di Montecalvo Irpino Prima Banca Del Civico Monte Frumentario»
Nona Parte
Nei prestiti effettuati dal monte civico non è previsto il deposito di pegni, ma i debitori obbligano solidalmente tutti i di loro beni impegnandosi a restituire il prestito con l’aumento fissato in una misura e mezza per ogni tomolo, quindi tre kg di interesse su 48 kg.E’ previsto l’obbligo solidale del garante assunto alla presenza del cancelliere comunale, previa dichiarazione sottoscritta del beneficiato di aver ricevuto il grano dagli amministratori del monte frumentario. Questi, per la cui nomina erano richiesti i requisiti di possidenza, probità e non equivoca opinione venivano scelti annualmente, nel numero di due, nel mese di agosto, allorché cessava, per riprendere l’otto settembre, l’anno colonico.
La loro elezione era preceduta dalla individuazione di una doppia terna votata dal consesso decurionale e sottoposta all’attenzione del sottintendente del distretto di ariano.
Queste le due terne uscite dalle urne del 3 agosto 1828:
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«La Sekoma Di Montecalvo Irpino Prima Banca Del Civico Monte Frumentario»
Parte ottava
Nel 1812 il ministro degli interni del regno di Napoli riunì in uno solo i due monti frumentari che erano presenti in Montecalvo.Si tratta del monte civico eretto dall’università e della fondazione del Cardinale Vincenzo Maria Orsini, che fu papa con il nome di benedetto, xiii dal 1724 al 1730. Il 16 aprile del 1695 l’Orsini intima al collegio canonicale di santa Maria di regolarizzare talune operazioni economiche del collegio, a giudizio del cardinale arcivescovo intraprese senza le dovute cautele di legge.Il futuro pontefice minaccia di comminare ai canonici una pena irremissibile di cento ducati, da applicarsi a beneficio del monte frumentario, se nello spazio di tre mesi il collegio canonicale non avesse ottenuto il suo consenso, e quello della santa sede, agli atti di cui sopra.
- Scritto da Giovanni Bosco Maria Cavalletti
È del 6 aprile 1480 il primo editto reale che definisce, per il regno di napoli, la misura ufficiale del tomolo che viene quantificato in 55,3189 litri […]».)
Sostanzialmente invariata la misura rimane con la legge n. 974 del 19 maggio 1811 e la successiva del 6 aprile 1840 (litri 55,234 e 55,545113).
Rapportata in chilogrammi, dal 1480 in poi, tale misura, per le comunità del regno si attestò su 48 o 50 kg a seconda che la verifica del peso fosse attuata con il sistema a barra o con quello a colmo (nel gergo dialettale rispettivamente a «varra» o a «culimu»).
Il primo metodo contemplava l’utilizzo di una barra, da cui il nome stesso del sistema, che, passata sull’incavo ricolmo di grano, eliminava i rigonfiamenti superiori rendendo uniforme la superficie.
- Scritto da Giovanni Bosco Maria Cavalletti
«La Sekoma Di Montecalvo Irpino Prima Banca Del Civico Monte Frumentario»
Parte sesta